Wait a few seconds...

We're redirecting you to the next page.

Verso una moda sostenibile: cosa prevede la guida di Science-Based Targets per il settore dell'abbigliamento e delle calzature?

L'industria della moda è responsabile del 2-8% delle emissioni globali di carbonio.

Più del 70% delle emissioni proviene dalle attività a monte, in particolare dalla produzione, preparazione e lavorazione di materiali grezzi ad alta intensità energetica. 

Considerando tali dati risulta evidente la necessità di individuare soluzioni in grado di mitigare gli impatti ambientali associati all’industria del fashion. L'energia, ad esempio, ha un ruolo fondamentale nel percorso di decarbonizzazione delle aziende di moda, con il 63% del potenziale di ulteriore riduzione delle emissioni dell'industria:

  • Il 45% degli ulteriori risparmi delle emissioni può derivare da soluzioni di efficienza energetica
  • Il 39% può essere  reso possibile dalla transizione verso fonti di energia rinnovabile
  • Il restante 16% si riferisce all'elettrificazione del consumo energetico

L’importanza della transizione energetica, insieme alla scelta di materiali preferred rispetto ai materiali tradizionali, è sottolineata dalla Science Based Targets Initiative (SBTi), ovvero un’iniziativa che supporta le aziende di tutti i settori nel fissare obiettivi di riduzione delle emissioni basati sulla scienza. 

In particolare, secondo le linee guida relative al settore moda, le principali soluzioni per ridurre gli impatti ambientali del settore tessile e moda in base a criteri scientifici sono:

  • Implementare l'efficienza energetica e l'utilizzo di energie rinnovabili lungo l'intera catena del valore
  • Sostituire i materiali comunemente utilizzati con alternative a minor impatto ambientale

Inoltre, le linee guida forniscono una serie di criteri e raccomandazioni per definire e implementare obiettivi di riduzione delle emissioni coerenti con gli obiettivi climatici globali.

Come fissare obiettivi di riduzione delle emissioni basati sulla scienza nel settore moda?

 

Le linee guida sono state definite per incoraggiare le imprese di abbigliamento e calzature a fissare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra basati sulla scienza, sia per le loro attività aziendali che per la filiera. In particolare, il documento ha lo scopo di:

  • Fornire chiarezza e un approccio credibile per la definizione dei SBT.
  • Individuare le barriere alla definizione dei SBT e fornire raccomandazioni per affrontarle.
  • Definire e illustrare esempi di best practice.
  • Evidenziare opportunità di collaborazione tra aziende nella riduzione delle emissioni.

Per essere idonee alla convalida degli obiettivi, le aziende devono completare un inventario delle emissioni di gas serra in conformità con il GHG Protocol Corporate Standard, la GHG Protocol Scope 2 Guidance e con il GHG Protocol Corporate Value Chain (Scope 3) Accounting and Reporting Standard

Le emissioni di Scope 1 e 2 costituiscono il punto di partenza per la definizione dei SBT e, all’interno delle linee guida, sono elencati alcuni criteri che devono essere rispettati dalle aziende per quanto riguarda: l’inventario delle emissioni di gas serra e l’ambito degli obiettivi basati sulla scienza, l’arco temporale di riferimento, il livello di ambizione, la rendicontazione delle emissioni e il ricalcolo e la validità degli obiettivi. Ecco alcuni dei criteri presenti all’interno delle linee guida:

  • Gli obiettivi devono includere le emissioni di scope 1 e scope 2 a livello aziendale, come definite dal GHG Protocol Corporate Standard
  • Gli obiettivi devono coprire tutti i gas serra rilevanti come richiesto dal GHG Protocol Corporate Standard.
  • Gli obiettivi devono coprire un periodo minimo di 5 anni e un massimo di 15 anni dalla data in cui l'obiettivo viene presentato all'SBTi per una validazione ufficiale
  • Gli obiettivi di scope 1 e scope 2 saranno coerenti con il livello di decarbonizzazione richiesto per mantenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto alle temperature preindustriali (sebbene si incoraggi le aziende a compiere sforzi maggiori verso una traiettoria di 1,5°C)
  • L'azienda è tenuta a rendere pubblicamente conto dell'inventario delle proprie emissioni di gas serra a livello aziendale e dei progressi verso gli obiettivi pubblicati su base annuale
  • Gli obiettivi devono essere periodicamente revisionati e, se necessario, ricalcolati e riconvalidati almeno ogni cinque anni
  • Le aziende con obiettivi approvati devono renderli pubblici sul sito web della SBTi entro sei mesi dalla data di approvazione. Gli obiettivi che non vengono annunciati entro sei mesi devono essere sottoposti nuovamente al processo di approvazione, a meno che non sia stato concordato un diverso periodo di pubblicazione con la SBTi

Le linee guida, inoltre, includono anche criteri relativi alle emissioni di scope 3:

  • Le aziende devono completare uno screening delle emissioni per tutte le categorie di scope 3 rilevanti come stabilito dal GHG Protocol Corporate Value Chain (Scope 3) Accounting and Reporting Standard
  • Se le emissioni di scope 3 rilevanti di un'azienda rappresentano il 40% o più delle emissioni totali di scope 1, 2 e 3, è necessario stabilire un obiettivo di riduzione anche per le emissioni di scope 3
  • Se è necessario un obiettivo per lo scope 3, le aziende devono stabilire uno o più obiettivi di riduzione delle emissioni e/o obiettivi di coinvolgimento dei fornitori o dei clienti che coprano complessivamente almeno i due terzi delle emissioni totali di scope 3
  • Gli obiettivi di riduzione delle emissioni devono coprire un periodo minimo di 5 anni e un massimo di 15 anni dalla data in cui l'obiettivo aziendale viene presentato alla SBTi per una validazione ufficiale. Il documento incoraggia le aziende a sviluppare obiettivi a lungo termine fino al 2050, oltre agli obiettivi di medio termine richiesti
  • Gli obiettivi a lungo termine per lo scope 3 possono essere considerati ambiziosi se soddisfano uno dei seguenti criteri: obiettivi di riduzione assoluta delle emissioni che sono coerenti con il livello di decarbonizzazione necessario per mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali; obiettivi di intensità economica che portano a una riduzione delle emissioni di almeno il 7 percento annuo per unità di valore aggiunto

Infine, la Science Based Targets Initiative ha definito per le piccole e medie imprese, ovvero le società non controllate e indipendenti che impiegano meno di 500 dipendenti, un percorso di convalida degli obiettivi semplificato. In particolare, le PMI hanno due opzioni per la definizione degli obiettivi

  • Obiettivi a breve termine: gli obiettivi scientifici a breve termine sono obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni di gas serra di scope 1 e 2 che dovrebbero essere raggiunti entro il 2030, partendo da un anno base predefinito. Spesso le PMI non dispongono delle risorse e delle capacità necessarie per fissare obiettivi relativi alle emissioni di scope 3. Per questo motivo, non è richiesto alle PMI di fissare obiettivi a breve termine per tali tipologie di emissioni. Tuttavia, devono impegnarsi a misurare e ridurre le emissioni di scope 1 e 2.
  • Obiettivi net-zero: per poter fissare un obiettivo net-zero, le PMI devono prima stabilire obiettivi a breve termine. Gli obiettivi net-zero includono: obiettivi a lungo termine basati sulla scienza, che sono obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni di gas serra di scope 1, 2 e 3 che dovrebbero essere raggiunti entro il 2050, partendo da un anno base predefinito; un impegno a neutralizzare qualsiasi emissione una volta raggiunto l'obiettivo a lungo termine basato sulla scienza.

Case study: esempi di obiettivi di riduzione delle emissioni approvati dalla Science-Based Targets Initiative

 

Sono diverse le aziende di medie o grandi dimensioni del settore tessile e moda che hanno stabilito obiettivi di riduzione delle emissioni approvati dalla Science-Based Targets Initiative, tra cui:

  • Levi Strauss & Co. (LS&Co.), una delle più grandi aziende di abbigliamento al mondo e leader mondiale nel settore dei jeans, si impegna a ridurre le emissioni assolute di gas serra (scope 1 e scope 2) del 90% entro il 2025 rispetto all'anno di riferimento del 2016. Inoltre, Levi Strauss & Co. si impegna a ridurre le emissioni assolute dello scope 3, derivanti da beni e servizi acquistati, del 40% entro il 2025 rispetto all'anno di riferimento del 2016.
  • Kering, noto gruppo operante nel settore del lusso a livello globale, si impegna a ridurre del 90% le emissioni di scope 1 e scope 2 entro il 2030, rispetto all'anno di riferimento del 2015. Kering si impegna anche a ridurre del 70% le emissioni di scope 3 per unità di valore aggiunto entro il 2030 rispetto all'anno di riferimento del 2015. Inoltre, di recente, il gruppo ha annunciato l’impegno a ridurre le proprie emissioni totali di gas serra del 40% entro il 2035, partendo dal 2021 come anno di riferimento.
  • Active Brands: brand norvegese di abbigliamento e attrezzature sportive si impegna a ridurre le emissioni di gas serra di scope 1 e scope 2 del 42% entro il 2030 rispetto all'anno di riferimento del 2021, e a misurare e ridurre le sue emissioni di scope 3. Il brand si impegna, inoltre, a ridurre le emissioni di scope 1, 2, 3 del 90% entro il 2050 rispetto allo stesso anno di riferimento. Tali obiettivi di riduzione sono stati approvati utilizzando una procedura semplificata di convalida degli obiettivi riservata alle piccole e medie imprese (PMI).

Conclusioni

 

La moda è un'industria che ha un impatto significativo sul cambiamento climatico e, pertanto, è necessario adottare misure concrete per mitigarne gli impatti ambientali.

A tal fine, la Science Based Targets Initiative (SBTi) ha sviluppato la "Apparel and footwear sector Science-based targets guidance", che incoraggia le aziende del settore a stabilire obiettivi ambiziosi basati sulla scienza per ridurre le emissioni di gas serra. Queste linee guida forniscono criteri e raccomandazioni per definire e attuare obiettivi di riduzione delle emissioni coerenti con gli obiettivi climatici globali.

È incoraggiante notare che alcune aziende nel settore della moda, come Levi Strauss & Co. e Kering, hanno già adottato obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni di gas serra lungo l'intera catena del valore. Tuttavia, è importante sottolineare che la transizione verso una moda più sostenibile e a basse emissioni di carbonio richiede un impegno collettivo e una collaborazione tra aziende, governi, organizzazioni e consumatori.

Ricevi in automatico articoli come questo e gli ultimi aggiornamenti sulla moda sostenibile!

Francesca Poratelli
Per analizzare il tuo grado di sostenibilità

Dopo un’esperienza lavorativa in Yamamay ha deciso di specializzarsi nel campo della sostenibilità. Si è occupata di assessment di sostenibilità ambientale e sociale per aziende che spaziano dall’abbigliamento outdoor al merchandising tessile.

Valuta la performance di sostenibilità della tua azienda di moda

Vuoi conoscere il livello di sostenibilità ambientale e sociale della tua azienda? Scoprilo in pochi minuti con il nostro questionario di autovalutazione di sostenibilità aziendale gratuito!