Microplastiche nei tessuti: un’emergenza ambientale e le soluzioni innovative di Ritex Lab
Il settore tessile è al centro di una sfida ambientale di grande rilievo: il rilascio di microplastiche, ovvero frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri. Le microplastiche sono un problema in quanto minacciano l'ecosistema acquatico globale.
Durante ogni lavaggio, minuscole fibre si staccano e passano attraverso i sistemi di filtraggio delle lavatrici, finendo nei corsi d'acqua e negli oceani. Si stima che fino a 700.000 fibre possano staccarsi dai nostri vestiti sintetici durante un singolo lavaggio, rendendo urgente l'adozione di soluzioni efficaci per mitigare questo impatto.
Quali passi sta compiendo l'industria per affrontare questa emergenza e quali innovazioni possiamo aspettarci nel prossimo futuro?
Ne abbiamo parlato con Andrea Lovato, responsabile del Laboratorio di Ritex Lab, azienda pioniera nello sviluppo di metodi di testing per monitorare il rilascio di microfibre e migliorare l’efficienza dei filtri nelle lavatrici.
Le radici di Ritex: dall'eccellenza tessile vicentina alla sostenibilità
Cikis: Ritex nasce come laboratorio di prova per il settore del tessile – abbigliamento e accessori. Potresti parlarci di come nasce l’azienda e come si è sviluppata in relazione alla sostenibilità del settore tessile? In che modo le esigenze del settore moda hanno influenzato lo sviluppo di Ritex?
A: Ritex è stata fondata alla fine degli anni '90, nel cuore del distretto tessile vicentino, un'area che all'epoca era altamente strutturata e caratterizzata da una forte presenza di filature, tessiture, tintorie per rocca e per tessuti, oltre a un consolidato settore del tinto-lavanderia in capo.
La sostenibilità è diventata una tematica rilevante solo negli ultimi anni, iniziando a coinvolgere il settore tessile dopo il 2015. In questo contesto, Ritex ha messo a disposizione le proprie competenze e know-how per supportare in particolare le lavanderie e le tintorie in capo nell'adattarsi alle sempre più stringenti richieste dei brand, orientate verso uno sviluppo sostenibile del prodotto.
Microplastiche e tessuti: la ricerca di Ritex Lab per un futuro più pulito
Cikis: Qual è il ruolo della ricerca condotta da Ritex Lab nella comprensione del rilascio di microplastiche dai tessuti? Avete identificato particolari tipi di tessuti o processi di produzione che sono maggiormente responsabili del rilascio?
A: Dal 2017, Ritex ha iniziato a fare ricerca e sviluppo per il settore degli elettrodomestici, in particolare per affrontare la problematica del rilascio di microfibre durante il lavaggio. È in questa fase, infatti, che il rilascio si manifesta maggiormente. Alcune aziende, già da tempo, hanno commercializzato filtri esterni con l'obiettivo di ridurre questo fenomeno, e da lì anche i produttori di lavatrici hanno iniziato a sviluppare i propri filtri, spinti dalla necessità di rispondere alle richieste del mercato.
Ritex ha messo a disposizione la propria esperienza per identificare materiali in grado di evidenziare il rilascio di microfibre, e per sviluppare un metodo funzionale che permettesse di valutare sia l’efficacia dei filtri, sia la loro durabilità nel tempo, monitorando il loro comportamento su cicli di lavaggio ripetuti.
Tuttavia, non abbiamo ancora condotto studi approfonditi su quali filati, tessuti, finiture o metodi di confezione influenzino maggiormente il rilascio di microfibre. Grazie alla nostra lunga esperienza nel settore dei materiali, abbiamo comunque sviluppato una buona comprensione di base che ci permette di orientare le prime fasi di ricerca. Siamo pronti a collaborare con il comparto tessile produttivo per approfondire ulteriormente la questione e trovare soluzioni efficaci, non appena l’interesse verso questa tematica diventerà più diffuso e concreto nel settore.
Cikis: A questo proposito, avete scoperto delle soluzioni pratiche che i produttori possono adottare per ridurre questo impatto?
A: In qualità di laboratorio indipendente e privato, il nostro lavoro si svolge in sinergia con le aziende, e quindi la nostra operatività è strettamente legata alle richieste dei clienti. Al momento, chi si occupa di produzione di tessuti, tintura e finissaggio non ha ancora dimostrato un interesse particolarmente attivo su questo fronte, questo implica per noi un tempo di ricerca relativo. Tuttavia, possiamo affermare che i primi a muoversi concretamente su queste tematiche sono i grandi brand. Quando questi saranno spinti da normative europee o internazionali più stringenti, anche il resto della filiera sarà inevitabilmente costretto ad adeguarsi. Siamo certi che in poco tempo potremo contribuire attivamente alla ricerca di soluzioni pratiche.
Filtri per lavatrici: la tecnologia usata per combattere le microplastiche
Cikis: Ritex Lab ha collaborato intensamente con i produttori di lavatrici per testare filtri esterni che riducono il rilascio di microfibre. Potete spiegare come funziona questo processo di testing? e quali sono state le sfide principali incontrate nel rendere questi filtri più efficienti? Ci sono innovazioni recenti che hanno migliorato i risultati di questo testing?
A: Ritex ha messo a disposizione tutto il suo know-how e la sua flessibilità per affrontare il progetto. Abbiamo sviluppato carichi di lavaggio misti, utilizzando tessuti con diverse caratteristiche di filatura, tessitura e tintura, al fine di creare un carico macchina standardizzato che generasse un rilascio di microfibre definito e costante. Questo ci ha permesso di avere un materiale di riferimento per i test.
In laboratorio, abbiamo elaborato una metodologia di testing che rispecchia quella recentemente ufficializzata dalla normativa ISO, finalizzata a misurare il rilascio quantitativo di microfibre durante il lavaggio domestico. Una delle principali sfide è stata sviluppare un metodo che non solo determinasse la quantità di microfibre rilasciate, ma che fosse anche affidabile su numerosi cicli di lavaggio ripetuti. La fase pratica prevedeva poi il confronto tra il rilascio con e senza l’uso del filtro esterno, per valutarne l’efficacia.
Cikis: Per quanto riguarda il rilascio di microplastiche durante il lavaggio, avete menzionato che recentemente l’obiettivo dei produttori è quello di riuscire ad integrare sistemi interni più funzionali. Quali sono le principali difficoltà tecniche che i produttori stanno affrontando in questo ambito?
A: Basandomi sulla mia esperienza, le principali sfide tecniche che i produttori di lavatrici stanno affrontando riguardano la durabilità dei filtri, la facilità di pulizia dopo ogni lavaggio e lo spazio limitato disponibile per integrarli nelle macchine. Attualmente, i filtri presenti sul mercato sono esterni, e devono essere non solo efficaci, ma anche semplici da utilizzare e capaci di garantire prestazioni a lungo termine. La progettazione di un filtro integrato che sia ancora più pratico e funzionale rappresenta una sfida importante per il futuro. Tuttavia, i test condotti finora hanno fornito risultati promettenti in termini di efficienza, indicando che ci sono buone basi per miglioramenti futuri.
Verso un futuro più sostenibile: come superare le problematiche del rilascio di microplastiche
Cikis: Guardando al futuro, quali sono le vostre previsioni riguardo all'evoluzione del problema delle microplastiche? Pensate che vedremo soluzioni più integrate e normative più stringenti a breve termine?
A: La questione delle microplastiche è al centro dell’attenzione della Commissione Europea, e credo che sia solo una questione di tempo e approfondimento delle conoscenze prima di vedere l’introduzione di normative più stringenti. È fondamentale però che questi limiti vengano definiti in modo coerente, tenendo conto sia delle esigenze produttive che delle soluzioni tecniche disponibili. Oltre a migliorare i sistemi di filtraggio, prevedo che una delle strategie più promettenti sarà lo sviluppo di polimeri biodegradabili, che potrebbero rappresentare una soluzione più efficace e sostenibile nel lungo termine.
Cikis: Come Ritex Lab vede l'innovazione tecnologica giocare un ruolo nel rendere l'industria tessile più sostenibile, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle microplastiche?
A: L’innovazione tecnologica avrà un ruolo cruciale nel rendere l’industria tessile più sostenibile, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle microplastiche. Come accennato, la ricerca sui polimeri biodegradabili rappresenta una delle strade più promettenti, poiché non solo le fibre tessili generano microplastiche, ma anche molti dei finissaggi chimici utilizzati nel settore, che sono composti da polimeri di dimensioni molto più piccole e difficili da trattenere con i filtri tradizionali. Per questo, oltre alle fibre, anche l'industria chimica legata agli ausiliari tessili deve impegnarsi nello sviluppo di prodotti biodegradabili, in modo da affrontare il problema su più fronti.
Conclusioni
L’intervista con Ritex Lab ha messo in luce come la ricerca e l’innovazione siano due elementi necessari per rendere il settore tessile più sostenibile. La ricerca condotta sul rilascio di microfibre e lo sviluppo di filtri sempre più performanti evidenziano quanto sia possibile combinare innovazione tecnologica e sostenibilità. Tuttavia, emergono alcune criticità significative, come la durabilità dei filtri, la loro facilità di pulizia dopo ogni lavaggio e lo spazio ridotto disponibile per integrarli nelle lavatrici.
Un elemento spesso trascurato emerso dall’intervista è la necessità di lavorare su materiali innovativi, come polimeri biodegradabili, che potrebbero affrontare il problema delle microplastiche alla radice. Questi materiali non solo ridurrebbero le microfibre rilasciate durante il lavaggio, ma trasformerebbero i finissaggi chimici, ampliando l’impatto positivo su tutta la filiera.
Guardando al futuro, l’evoluzione delle normative europee e lo sviluppo di materiali biodegradabili potrebbero rappresentare svolte decisive. Tuttavia, come sottolineato, sarà fondamentale un impegno coordinato lungo tutta la filiera, dai grandi brand ai produttori, per integrare soluzioni pratiche e sostenibili.
La strada è ancora lunga, ma i risultati finora raggiunti indicano che innovazione e collaborazione possono davvero fare la differenza.
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