Packaging sostenibile: le soluzioni per la moda
Con l’obiettivo di favorire un consumo sostenibile e garantire che le risorse utilizzate restino il più a lungo possibile all’interno dell’economia, nel marzo 2020 la Commissione Europea ha presentato all’interno del Green Deal un piano d’azione per l’economia circolare, che include misure riguardanti tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti, dalla progettazione alla produzione, fino al consumatore. Le politiche dell’Unione Europea, inoltre, mirano ad immettere nel mercato il 100% di imballaggi riutilizzabili o riciclabili entro il 2030.
Il boom degli acquisti online e la conseguente crescita dei volumi in entrata e in uscita dai magazzini hanno spinto le case di moda di tutto il mondo ad entrare in azione e le scelte relative al packaging sostenibile nell’ambito della logistica si sono rivelate sempre più importanti.
Le iniziative e gli sforzi della fashion industry per salvaguardare il pianeta si sono manifestati nei modi più disparati. Fashion Pact, una coalizione di aziende leader del settore tessile e dell’abbigliamento, nasce proprio dalla consapevolezza che solo un’azione collettiva può realmente cambiare l’impatto ambientale provocato dal comparto moda. Più di sessanta firmatari provenienti da 14 paesi, e oltre 200 brand, fornitori e distributori, si sono così riuniti per raggiungere una serie di obiettivi comuni: contrastare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani. In merito alla plastica monouso, il progetto mira alla sua riduzione attraverso una duplice manovra: eliminare la plastica non necessaria negli imballaggi B2C entro il 2025 e B2B entro il 2030 e garantire che il 50% metà di tutti gli imballaggi in plastica siano riciclati al 100% entro il 2025 per B2C ed entro il 2030 per B2B.
Packaging sostenibile per la moda: come sceglierlo
Per scegliere il miglior tipo di imballaggio in ottica sostenibile, i criteri che consigliamo di seguire sono essenzialmente due e, cioè, relativi all’impatto del trasporto e all’impatto del packaging in sé.
Per quanto riguarda il primo punto, è importante cercare di minimizzare peso e volume dell’imballaggio: ad esempio, evitando packaging di grandezza eccessiva rispetto al contenuto e raggruppando il più possibile i prodotti.
Per quanto riguarda l’impatto del packaging in sé, prima di tutto è importante fare chiarezza tra riciclato e riciclabile: un materiale riciclabile è un materiale che può potenzialmente essere riciclato, un materiale riciclato è prodotto con scarti. Che il packaging sia riciclabile è positivo, ma non è detto che venga riciclato nella pratica. Ad esempio, il polietilene a bassa densità, impiegato nella produzione delle polybag, è riciclabile solo ad alcune condizioni: la prima è che le aziende e i negozi gestiscano in modo efficace la raccolta tramite riciclatori qualificati; la seconda è che la riciclabilità del polietilene non sia compromessa da contaminazioni, uso di collanti o etichette non separabili. Inoltre, che il packaging sia riciclabile non implica che la sua produzione sia stata a basso impatto; per questo suggeriamo di fare un passo oltre e optare per packaging che non siano solo riciclabili ma anche riutilizzabili, riciclati o, valutandone caso per caso il livello di sostenibilità, bioplastiche.
Gli imballaggi in bioplastica andrebbero valutati caso per caso perché ne esistono di diverso tipo, con impatti e caratteristiche molto differenti tra loro. In generale, comportano costi di produzione elevati rispetto alle plastiche convenzionali ma riducono l’utilizzo di materiali fossili e il volume dei rifiuti di plastica. Ricordiamo che la bioplastica potrebbe essere biodegradabile ma non compostabile, in quanto si tratta di concetti diversi, e che i materiali biodegradabili di solito lo sono solo in ambienti controllati con particolari condizioni di temperatura e umidità che raramente si trovano in natura ma richiedono invece specifici impianti. Se il materiale viene smaltito in discarica, bruciato o disperso nell’ambiente, può provocare un danno ambientale.
I materiali riciclati hanno come aspetto positivo che non richiedono il dispendio di risorse dovuto all’estrazione del petrolio e che è piuttosto semplice verificare l’effettiva presenza di materiale riciclato tramite le certificazioni GRS o FSC Recycled. in commercio sono presenti buste, appendini bobine in plastica 100% riciclata e scatole in cartone riciclato (si consiglia sempre di verificare la percentuale di contenuto riciclato). I materiali riciclati hanno comunque un impatto sull’ambiente, in quanto necessitano di trattamenti più o meno complessi.
Per questo, in termini di economia circolare, la vera frontiera dell’imballaggio è il riutilizzo. Significativo il progetto della start-up finlandese Repack, ideatrice di un imballaggio riutilizzabile per una ventina di volte prima del suo re-invio alla casa produttrice.
In alternativa agli imballaggi riciclati e riutilizzabili, la soluzione è rimuoverli definitivamente. Alcuni marchi, come la statunitense Patagonia in collaborazione con Surfdome, hanno infatti deciso di eliminare i sacchetti di plastica nella fase di trasporto. Lasciare i prodotti esposti durante il loro viaggio dalla fabbrica al cliente non è però un’alternativa così vincente, dal momento che i vari esperimenti hanno prodotto risultati contrastanti e sorprese indesiderate, come gli indumenti sporchi.
Packaging sostenibile per la moda: alcuni fornitori
Nel panorama fieristico del settore tessile diventano sempre più numerosi i saloni che hanno scelto la sostenibilità come principio guida per la crescita dell’industria della moda. Milano Unica consente dal 2018 agli espositori di mostrare le collezioni realizzate con un ridotto impatto ambientale. Nel catalogo espositori sostenibili della 29^ edizione troviamo anche il gruppo Cadica, impresa carpigiana leader nella produzione di etichette, cartellini e accessori.
Packaging sostenibile per la moda: quali limiti presenta
Modificare il packaging richiede la collaborazione dei propri clienti, che possono avere esigenze diverse. Ci capitano casi di brand i cui buyer hanno livelli di attenzione diversi rispetto alla sostenibilità e, ad esempio, possono non apprezzare alcune iniziative come il raggruppamento dei capi per la necessità di doverli stirare all’arrivo.
Tramite selezione del packaging più sostenibile e organizzazione di workshop e tavoli di confronto tra aziende, fornitori e buyer, Cikis guida le aziende nella scelta di soluzioni sempre più sostenibili nel rispetto delle loro esigenze e le valuta caso per caso per rispondere alle richieste dei consumatori e favorire un allineamento di pensiero con i propri stakeholder.
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