Intervista a Samuele Sozzi di Filpucci S.p.A.: le certificazioni di sostenibilità del settore moda
Le certificazioni di sostenibilità sono sempre più richieste dal mercato.
I consumatori hanno bisogno di garanzie e le aziende non possono che adeguarsi alla domanda di mercato. A tal proposito, le certificazioni di sostenibilità del settore moda garantiscono il rispetto di determinati standard ambientali e sociali, tramite un ente terzo che verifica la conformità dell’azienda o del prodotto a determinati criteri.
Di conseguenza, le certificazioni di sostenibilità consentono di migliorare la competitività dell’azienda sul mercato e rappresentano uno strumento di garanzia per i clienti.
Ne abbiamo parlato con Samuele Sozzi, Sustainability Manager di Filpucci S.p.A., azienda leader nella creazione di filati fantasia per la maglieria di alta gamma e per l’aguglieria.
Samuele, durante l'intervista, ribadisce quanto le certificazioni siano fondamentali per migliorare la competitività sul mercato delle aziende, sottolineando l’importanza dell’approccio proattivo da parte delle imprese.
Secondo tale approccio, le organizzazioni non devono limitarsi a reagire all'emanazione di leggi ambientali più stringenti o agli standard imposti dai clienti, ma, al contrario, è necessario che agiscano anticipando eventuali pressioni normative e richieste da parte dei clienti più esigenti in termini di sostenibilità, per ottenere un vantaggio competitivo rispetto alle aziende concorrenti.
Filpucci, ad esempio, è stata una delle prime aziende in Italia ad aver certificato prodotti e processi aziendali con i più autorevoli standard internazionali, come RWS, certificazione ottenuta come prima azienda in Italia nel 2018.
L’azienda, inoltre, è leader nella produzione di filati riciclati certificati GRS e dal 2015 lavora in partnership con Re-Verso, una supply chain italiana che fornisce fibre di eccellente qualità prodotte con un basso impatto ambientale in quanto reingegnerizzate da selezionati scarti pre-consumer.
Oltre al ridotto impatto ambientale, la certificazione GRS garantisce una maggiore tracciabilità della filiera, in quanto la conformità del materiale allo standard assicura la possibilità di risalire la supply chain a monte, fino all’acquisto della materia prima.
Quali sono gli step da seguire per le aziende che vogliono adottare una certificazione di sostenibilità?
Secondo Samuele è fondamentale, anzitutto, assicurarsi che i fornitori della materia prima siano certificati.
Partendo da questo presupposto, è importante formare adeguatamente le figure in azienda che si occupano di produzione o suddivisione della materia prima certificata da quella non certificata, per evitare il rischio di contaminazione. Dunque, all’interno di un'azienda, è importante che tutti siano a conoscenza dell’importanza del valore aggiunto di un filo certificato rispetto a un filo non certificato.
Ragionamento analogo per quanto riguarda i terzisti. Si procede con una mappatura e selezione dei terzisti da inserire all’interno del processo. Anche in questo caso è molto importante formarli adeguatamente sul rischio di contaminazione per poter superare l’audit dell’ente certificatore.
Samuele, inoltre, sottolinea l’importanza di una filiera completamente certificata. Filpucci, quando vende i propri prodotti ai clienti, emette un Transaction Certificate, ovvero un documento che garantisce che la merce acquistata sia realizzata da materiale certificato. Tuttavia, il TC perde efficacia nel momento in cui l’azienda certificata vende ad aziende non certificate, che non possono emettere a loro volta un TC ai brand relativo al prodotto finito. I brand non potranno quindi inserire claim relativi alla certificazione del prodotto finito. Questo non impedisce di effettuare affermazioni generiche relative al contenuto riciclato / biologico all’interno del prodotto, ma limita la forza dei claim, così come la loro verificabilità.
L’importanza di ulteriori strumenti quantitativi a supporto delle certificazioni: LCA e HIGG FEM
Le certificazioni non sono l’unico strumento adottato da Filpucci per dimostrare il proprio impegno ambientale.
Ad esempio, la valutazione dell’impatto ambientale aziendale attraverso l’Higg Facility Environmental Module (Higg FEM) viene molto richiesta dal cliente e funge da “fotografia” delle performance di sostenibilità sociale e ambientale dell’azienda. La verifica del punteggio dell’Higg FEM non viene effettuata esclusivamente perché richiesta dal cliente, ma anche perché consente di individuare le fasi su cui intervenire per migliorare il livello di sostenibilità dell’azienda.
Di recente, inoltre, Filpucci ha effettuato un LCA (Life Cycle Assessment) che consente di calcolare l’impatto ambientale di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita). L’analisi è stata svolta sui principali filati dell’azienda con l’obiettivo di confrontare gli impatti ambientali di un kg di filo riciclato con un kg di filo realizzato a partire da materia prima vergine.
L’utilizzo di strumenti quantitativi come la metodologia LCA rappresenta un valore aggiunto per l’azienda, dal momento che consentono di fornire risultati chiari, attendibili e verificabili agli stakeholder.
Conclusioni
Il possesso delle certificazioni di moda sostenibile aiuta le aziende ad aumentare la competitività, dal momento che il mercato è sempre più sensibile al tema.
Le certificazioni di sostenibilità rappresentano sicuramente una garanzia per il cliente, ma non sono sufficienti per valutare il livello di sostenibilità di un’azienda o di un prodotto.
A tal proposito, l’integrazione di ulteriori strumenti quantitativi come ad esempio gli LCA consentono di aumentare l’affidabilità dei risultati di sostenibilità raggiunti dall’impresa e di individuare le aree su cui intervenire per migliorare le performance ambientale dell’azienda.
Noi di Cikis supportiamo le aziende a individuare le certificazioni di sostenibilità più in linea con le attività dell’impresa, supportandole nella gestione della relativa burocrazia, così come a selezionare attività integrative efficaci per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e per evitare errori che potrebbero rappresentare dei rischi reputazionali per l’impresa.
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