Green Bond: cosa sono e come funzionano
Il riscaldamento globale è un problema mondiale che ha iniziato a svilupparsi agli inizi del XX secolo, ed è causato dall’aumento delle emissioni di gas serra da parte dell’uomo.
Purtroppo, solo negli ultimi decenni abbiamo iniziato a preoccuparci delle conseguenze imminenti del cambiamento climatico, per questo si sta cercando sempre di più di passare da un’economia basata sulle emissioni di carbonio a una basata sulla sostenibilità e la trasparenza. Un esempio di questa transizione sono i Green Bond.
I Green Bond (o “Obbligazioni verdi”), sono dei titoli di debito che vengono utilizzati per finanziare o rifinanziare progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente.
Inventati nel luglio del 2007 da Aldo Romani (attualmente capo del Funding sostenibilità della Banca europea per gli investimenti), i Green Bond sono diventati rapidamente degli strumenti molto utili nella lotta contro il cambiamento climatico, e mentre per un primo periodo venivano emessi solo da istituzioni finanziarie sovranazionali come ad esempio la sopra citata BEI, o la Banca mondiale, dopo poco tempo hanno iniziato a essere utilizzati anche da singole aziende, municipalità e agenzie statali.
A differenza delle obbligazioni tradizionali, i Green Bond finanziano solo progetti creati per diminuire l’impatto negativo che ha l’uomo sull’ambiente e che quindi si occupano per esempio di energie rinnovabili, prevenzione e controllo dell’inquinamento, conservazione della biodiversità, produzione di prodotti eco-friendly e di molto altro.
I green bond principles
Ad oggi non esiste uno standard mondiale per classificare un progetto come sostenibile, ma l’International Capital Market Association (ICMA) ha elaborato delle linee guida per indicare le caratteristiche necessarie per poter emettere un Green Bond: i Green Bond Principles.
I Green Bond Principles promuovono l’integrità e la trasparenza del mercato, con l’obiettivo di supportare la transizione verso la sostenibilità; tuttavia, seguire le indicazioni dei Green Bond Principles non è obbligatorio, infatti non vengono irrogate sanzioni nel caso l’emittente non rispetti questi princìpi.
I Green Bond Principles sono i seguenti:
1. Use of Proceeds (Utilizzo dei proventi)
I proventi devono essere investiti in progetti che hanno ricadute in termini ambientali, che devono essere descritti minuziosamente nei documenti legali del titolo.
2. Process for Project Evaluation and Selection (Processo per la valutazione e la selezione dei progetti)
L’emittente deve comunicare agli investitori gli obiettivi ambientali delle attività che verranno finanziate, i processi grazie ai quali ha determinato la validità dei progetti e i loro requisiti di eleggibilità, includendo anche la valutazione e l’eventuale risoluzione di danni che l’attività potrebbe causare in altri settori.
3. Management of Proceeds (Gestione dei proventi)
I proventi devono essere accreditati in un sottoconto, o trasferiti in un sotto-portafoglio, o comunque tracciati dall’emittente appropriatamente e, documentati.
4. Reporting (Attività di reporting)
L’emittente è tenuto a creare un report riguardo l’utilizzo dei proventi e aggiornarlo annualmente, o nel caso di sviluppi concreti. Più informazioni vengono inserite nel report, meglio è.
Tassonomia dell’UE e gli standard dei Green Bond
Dato che, come detto nel paragrafo precedente, ancora non esiste uno standard mondiale per classificare un progetto come sostenibile, la Commissione Europea ha voluto fare chiarezza sulla sostenibilità, e per questo ha creato la Tassonomia dell’UE, una classificazione delle attività economiche che possono essere definite sostenibili che entrerà in vigore dal 31 dicembre 2021 e che può essere facilmente messa in correlazione con gli standard europei dei Green Bond.
Sia la Tassonomia dell’UE che gli standard dei Green Bond sono atti legislativi che derivano dal Piano di interventi sostenibili dell’UE, e servono per finanziare la crescita economica sostenibile in Europa.
Ogni attività deve soddisfare alcuni criteri per essere classificata come sostenibile, infatti nel regolamento della Tassonomia dell’UE vengono definiti sei obiettivi ambientali e per essere conforme un’attività deve contribuire al raggiungimento di almeno uno di questi:
- Mitigazione del cambiamento climatico;
- Adattamento al cambiamento climatico;
- Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
- Transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
- Prevenzione e controllo dell’inquinamento;
- Protezione della biodiversità e della salute degli ecosistemi.
Entro il 1° gennaio 2022 i gestori patrimoniali dovranno dimostrare la conformità, mentre gli emittenti entro la fine del 2022.
Gli Standard europei dei Green Bond dipendono dalla Tassonomia e sono dei parametri che servono per essere certi che tutte le attività finanziate da titoli di debito siano conformi alla Tassonomia, gli emittenti, invece, dovranno seguire I Green Bond Principles.
Greenwashing e Green Bond: come sono collegati?
L’Europa sta provando a promuovere uno stile di vita più sostenibile, ma non sempre è semplice capire quali aziende siano effettivamente dedite al raggiungimento degli obiettivi posti. Per questo gli standard europei dei Green Bond e la Tassonomia dell’UE sono anche due strumenti estremamente utili per smascherare il Greenwashing.
Viene definito Greenwashing o Ecologismo di facciata il tentativo di un’attività di dare un’immagine di sé migliore di quella reale, mentendo in questo caso sul coinvolgimento ambientale dell’azienda.
La NN Investment Partners ha condotto delle indagini e ha scoperto che il 15% delle emissioni dei Green Bond provengono da aziende che finanziano progetti sostenibili, ma sono coinvolte in attività che hanno un impatto negativo sull’ambiente. Un investitore, non sapendolo, rischia di impiegare denaro in aziende non affidabili, che non si impegnano nel raggiungimento di un’economia più sostenibile, per questo la Tassonomia dell’UE è necessaria, perché permette agli investitori di conoscere effettivamente ogni aspetto delle aziende con cui entrano in affari.
La climate bond initiative
Nel 2020 il mercato dei Green Bond ha raggiunto un volume di un trilione di dollari, obiettivo posto nel 2007quando è stato lanciato il primo Green Bond, e le stime dicono che nel corso degli anni continuerà a crescere.
Abbiamo questo dato grazie alla Climate Bonds Initiative (CBI), un’organizzazione internazionale no-profit che è stata creata per mobilitare il mercato delle obbligazioni, facilitando la transizione ad un’economia a bassa emissione di carbonio.
Da molti anni la CBI facilita la collaborazione tra banche, investitori, governi e il settore industriale, per fare in modo che vengano investiti sempre più capitali in attività sostenibili, monitorando il mercato e I progetti dimostrativi, sviluppando standard per stabilire criteri di definizione del mercato verde, offrendo consulenze in ambito di policy e creando attività di sviluppo del mercato.
Btp green 2045: il green bond emesso dallo Stato italiano
Secondo una classifica della CBI, l’Italia è l’ottavo paese per emissioni, con 17 miliardi, per questo lo stato Italiano si sta impegnando per emettere nel 2021 il suo primo Green Bond.
Il Dipartimento del Tesoro ha affidato a BNP Paribas, Crédit Agricole Corp. Inv. Bank, Intesa Sanpaolo S.p.A., J.P. Morgan AG e NatWest Markets N.V. l’incarico di collocare il primo BTP Green, il titolo di Stato che servirà a finanziare le spese che lo Stato sosterrà per avere un impatto ambientale positivo, esattamente come previsto nella legge di bilancio per il 2020.
Avrà scadenza il 30 aprile 2045, con un tetto massimo di 35 miliardi (tetto teorico, dato in base alla quantità di progetti “compatibili”), e contribuirà agli obiettivi ambientali e alla strategia di sostenibilità italiana.
Uno sguardo al futuro
In conclusione, I Green Bond sono un metodo funzionale, trasparente ed efficace di portare avanti la lotta contro il cambiamento climatico.
La necessità delle aziende di moda di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi in ambito sostenibilità le sta progressivamente spingendo ad investire in progetti per la riduzione dell’impatto ambientale, spesso chiedendo fondi alle banche e al mercato per finanziarli. Colossi come Adidas e Vf Corporation hanno emesso Green Bond che verranno utilizzati per finanziare, ad esempio, gli acquisti di materiali riciclati, l’uso di energie rinnovabili o l’efficientamento energetico degli uffici. Tra le aziende del lusso impegnate a finanziare questo tipo di progetti vi sono anche brand come Chanel, Burberry, Moncler o Salvatore Ferragamo
Ricevi in automatico articoli come questo e gli ultimi aggiornamenti sulla moda sostenibile!