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Moda second hand: quali benefici ambientali offre?

Ogni anno vengono prodotti, indossati e gettati milioni di tonnellate di vestiti, accrescendo la pressione del settore moda sugli ecosistemi naturali.

La produzione nell’industria del fashion è raddoppiata tra il 2000 e il 2015 mentre, nello stesso periodo, il tasso medio di utilizzo del capo di abbigliamento è diminuito del 36%.

Ciò ha provocato l’aumento dei rifiuti tessili generati, di cui meno dell'1% vengono riciclati in nuovi capi di abbigliamento.

L’applicazione dei principi dell’economia circolare all’industria del fashion potrebbe migliorare sensibilmente questi dati, favorendo lo sviluppo di un settore moda che sia in grado di conciliare la crescita economica con la tutela degli ecosistemi naturali.

La visione della moda circolare prevede che i prodotti siano:

  • Progettati per avere una seconda vita: i prodotti devono essere ideati e creati per essere facilmente disassemblati al fine di favorire il riciclaggio e il riutilizzo;
  • Realizzati da input sicuri, riciclati e rinnovabili: in un processo di economia circolare è necessario progettare prodotti sicuri. È importante cercare di ridurre al minimo l’utilizzo di materie prime vergini, prediligendo l’utilizzo di materiali riciclati; 
  • Utilizzati più a lungo: i modelli di business circolari massimizzano il valore dei prodotti, che vengono ideati per durare il più a lungo possibile. Anche in questo caso la fase di progettazione è fondamentale per ideare un prodotto adatto al riuso.

La transizione verso la moda circolare può avvenire attraverso l’implementazione di nuovi modelli di business, resale, rental e repair, che permettono di disaccoppiare i flussi dei ricavi dalla produzione e uso di risorse.

Second-hand: di cosa si tratta e quali sono le sue prospettive?  

 

Tra i modelli di business citati, il resale prevede la vendita di capi di abbigliamento e accessori moda di seconda mano. 

Ciò favorisce un calo della produzione di nuovi vestiti e una riduzione della quantità di rifiuti smaltiti in discarica o inceneriti, riducendo la pressione del settore moda sugli ecosistemi naturali.

La moda second hand è in una fase di forte sviluppo, dal momento che si stima una crescita del 127% entro il 2026

Tale dato è confermato da un’ulteriore previsione: Il mercato globale dell'abbigliamento di seconda mano crescerà 3 volte più velocemente del mercato globale dell'abbigliamento in generale.

Dal Resale Report 2022 di thredUP emerge che l’adozione del modello di business resale contribuisce a rafforzare il vantaggio competitivo delle aziende del settore moda rispetto alle altre concorrenti presenti sul mercato. 

La maggior parte dei rispondenti del report ha infatti confermato che l’attivazione del servizio di resale ha avuto un impatto positivo sulle vendite e sulle entrate.

Lo sviluppo della moda second hand è incentivato da un aumento della consapevolezza dei consumatori riguardo ai temi legati alla sostenibilità ambientale.

Dal Report, infatti, emerge che il 45% della Generazione Z e dei Millennials sono più propensi a fare acquisti con un marchio che offre abbigliamento di seconda mano insieme a capi di abbigliamento nuovi, con un aumento di 11 punti rispetto al 2020.

Applicazione della metodologia LCA per valutare gli impatti ambientali della moda second hand

 

La moda second hand può garantire alle aziende un miglioramento del vantaggio competitivo rispetto alle altre concorrenti, che si traduce in nuove entrate e, dunque, in benefici economici.

Per valutare, invece, i vantaggi ambientali del modello di business resale, ThredUP ha confrontato in uno studio di Life Cycle Assessment gli impatti ambientali del second hand con quelli relativi all’acquisto di nuovi capi d’abbigliamento.

I risparmi ambientali sono stati stimati in tre differenti categorie di impatto: Potenziale di riscaldamento globale (GWP), Domanda di energia primaria (PED) e Consumo di acqua (Blue Water).

L’unità funzionale dello studio è un capo di abbigliamento di seconda mano venduto online da ThredUP negli Stati Uniti che sostituisce un nuovo capo di abbigliamento simile acquistato dai consumatori negli Stati Uniti.

Il Life Cycle Assessment condotto ha preso in esame tutte le fasi del ciclo di vita del capo di abbigliamento di seconda mano e del capo nuovo, escludendo per entrambi la fase di utilizzo da parte del consumatore. 

La fase d’uso è stata esclusa dallo studio dal momento che l'impatto della fase di utilizzo dipende fortemente dal comportamento del consumatore (che può essere uguale sia per i vestiti nuovi che per quelli usati). 

Ipotizzando che il consumatore decida di sostituire totalmente l’acquisto di capi nuovi con l’acquisto di capi second hand, lo studio evidenzia un notevole risparmio ecologico in tutte e tre le categorie di impatto ambientale considerate nell’analisi. 

In particolare, i dati del LCA condotto mostrano i seguenti risparmi ambientali netti che si ottengono acquistando un capo di abbigliamento di seconda mano di ThredUP rispetto all’acquisto di un nuovo capo di abbigliamento:

  • Potenziale di riscaldamento globale (GWP): 7.9 kgCO2eq
  • Domanda di energia primaria (PED): 122.5 MJ
  • Consumo di acqua (Blue Water): 292.9 m3

Le decisioni dei consumatori possono variare sensibilmente i risultati finali dello studio, ma dall’analisi LCA emerge che gli impatti ambientali della moda second hand sono potenzialmente più bassi rispetto all’acquisto di nuovi capi di abbigliamento.

Case study di business basati sul second-hand

 

La moda second hand è applicabile a qualsiasi tipologia di abbigliamento, tuttavia alcuni vestiti, come abiti di lusso o da cerimonia, abbigliamento premaman e per bambini sono indossati poche volte e sono particolarmente indicati per il resale (o il rental).

Esistono diverse aziende specializzate per le precedenti tipologie di abbigliamento che hanno basato il proprio business sul resale:

  • Vestiaire Collective: piattaforma leader nel settore dell’usato di alta gamma. L’e-commerce è nato con l’obiettivo di favorire la compravendita di articoli di moda second hand di lusso. 
  • Nala Kids: è il primo e-commerce italiano dedicato esclusivamente all’offerta di abbigliamento usato di grandi brand per bambini da 0 a 12 anni;
  • Svuotaly: piattaforma italiana in cui è possibile acquistare e vendere capi d’abbigliamento e accessori moda second hand. All’interno del sito è presenta una sezione in cui è possibile acquistare abiti di seconda mano premaman e per bambini.

Conclusioni

 

Considerando gli elevati impatti ambientali del settore moda e, in particolare, la quantità ingente di rifiuti generati e che sono smaltiti annualmente in discarica, il second hand può rappresentare una soluzione valida che consente di conciliare la crescita economica delle aziende con la tutela degli ecosistemi naturali.

Il resale offre l’opportunità di migliorare il vantaggio competitivo delle aziende, dal momento che i consumatori e, in particolar modo la Generazione Z e i Millennials, sono sempre più attenti ai temi legati alla sostenibilità ambientale.

Il second hand consente alle aziende di beneficiare di diversi vantaggi economici ma permette anche di mitigare gli impatti ambientali del settore moda.

Come evidenziato da uno studio LCA l’impatto ambientale di un capo di abbigliamento di seconda mano rispetto a un capo nuovo è notevolmente inferiore, in termini di consumo di risorse idriche, energetiche e di contributo al riscaldamento globale.

I dati dell’LCA condotto sono fortemente influenzabili dalle scelte dei consumatori in fase di acquisto, confermando la complessità del tema relativo alla sostenibilità e alla necessità di valutare in modo sistemico i benefici ambientali che una pratica di economia circolare può offrire.

Per questo motivo noi di Cikis, offriamo competenze multidisciplinari, per supportare la tua impresa nella definizione di una strategia di circolarità ad hoc e per delineare il percorso di sostenibilità più efficace per la tua azienda.

 

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Claudio Ventura
Esperto in economia circolare

Dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale (percorso in Eco-management), ha approfondito ulteriormente le tematiche legate alla sostenibilità ambientale ottenendo un Master di II Livello in Economia Circolare presso il Politecnico di Bari.

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